giovedì 22 febbraio 2018

Di cosa è fatto il fuoco ?

Di cosa è fatto il fuoco ?
Il fuoco è una reazione chimica — detta combustione —che corrisponde all'ossidazione di carbonio o di suoi composti allo stato gassoso ad opera dell'ossigeno contenuto nell'aria. La fiamma è la particolare porzione di spazio dove questo avviene.
Tipici combustibili gassosi sono il metano, il propano e il butano, le cui molecole sono costituite da carbonio legato all'idrogeno, anch'esso infiammabile. Essi sono contenuti allo stato liquefatto in bombole di alta pressione e gassificano immediatamente appena lasciati liberi di espandersi e mescolarsi all'aria. In tali circostanze, l'accensione può essere avviata da una semplice scintilla. Poiché la reazione di ossidazione è fortemente esotermica, ossia comporta lo sviluppo di calore, nella zona della fiamma viene raggiunta una temperatura molto alta.

La luce è dovuta a fenomeni di eccitazione degli elettroni, cioè le particelle più esterne degli atomi, che assorbono energia sotto forma di calore e la convertono in energia luminosa. Le particelle di sostanze solide, che sospese nella fiamma costituiscono dei punti di diffrazione della luce, amplificano il fenomeno. Nella fiamma ci sono una zona esterna poco luminosa e molto calda dove si ha combustione completa, una intermedia molto luminosa a combustione incompleta, e una interna dove non c’è combustione, ma trasporto di gas. La miscela che compone la fiamma è formata per lo più da sostanze molto reattive, i radicali liberi. La forma allungata della fiamma è dovuta alla tendenza dei gas caldi a salire verso l’alto. A mano a mano che si allontanano dal punto di combustione si raffreddano e la fiamma si assottiglia.
Rimane ora da capire come possano esistere anche combustibili solidi, quali il carbone, il legno, la carta, la stoffa, o anche liquidi, quali la benzina, il cherosene e l'alcool. Il fatto è che essi non brucerebbero senza prima essere vaporizzati, cosicché l'ossigeno possa mescolarsi intimamente con le molecole volatili e reagire con esse. Per questo è necessario passare attraverso la fase dell'accensione del fuoco: essa consiste nello scaldare fortemente una piccola zona del combustibile per farlo localmente vaporizzare. Una volta avviato il processo, la produzione di calore favorisce l'ulteriore evaporazione, l'autosostentamento della fiamma e il suo allargamento. Per quanto detto, è evidente che nel caso dei solidi una semplice scintilla non è in grado di far partire la combustione. Sui liquidi, invece, aleggia sempre una certa quantità del loro vapore, perciò in certi casi è possibile l'accensione tramite scintilla.

Il furto della meridiana di Catania e come " tagliare" il tempo.


Il furto della meridiana di Catania e come " tagliare" il tempo.

Manio Valerio Massimo Messalla , console della repubblica romana condusse le sue legioni vittoriose in 67 cittadine siciliane , tra cui Messina e Catania, vincendo un'importante battaglia contro i cartaginesi ad Imera durante la prima guerra punica. Rubò da Catania un sofisticato orologio solare fatto dai maestri etnei e lo fece porre a sua gloria nel foro della città eterna. Il conquistatore , ignorava che più a nord , l'inclinazione dell'ombra sarebbe stata diversa .
I Romani da quel momento per oltre un secolo lessero le ore sbagliate .
 Questo errore ci fa pensare a quanto sia difficile misurare il tempo in modo standardizzato.
La stessa parola tempo deriva dal radice indoeuropea TEM che vuol dire tagliare (quindi noi tagliamo il tempo). I primi sistemi di misurazione del tempo furono gli orologi solari diffusi dall'età del bronzo , gli egiziani avevano ideato pure uno portatile. Ma non è che brillassero per precisione (il sole cambia angolazione durante l'anno e se la parete dell'orologio non è perfettamente orientata est /ovest la misurazione è alterata), comunque sia per gli standard antichi anche un'ora approssimativa poteva andare bene . I primi a tagliare il tempo furono i sumeri , che invece di usare il sistema decimale usavano quello a base 12 . Introdussero le dodici ore (anche per questo i mesi sono dodici ). Quando ci si accorse della difficoltà a misurare il tempo con meridiane (non funzionano di notte e con le nuvole) , si introdussero le clessidre . Inizialmente non erano come quelle che conosciamo, all'inizio erano ad acqua (clessidra significa letteralmente “ladro d'acqua”) anche queste però visto l'alterazione di viscosità dell'acqua variabile in funzione della temperatura e l'usura dovuta all'azione del liquido non erano per niente precise. Solo nel medioevo si passò alla sabbia (il quarzo mantiene abbastanza costante il suo volume), con lo svegliatoio meccanico dove la sabbia scendendo azionava per gravità una serie di meccanismi , che producevano un segnale sonoro per la sveglia e richiamare i monaci alla al vespro mattutino. Con l'invenzione dei sistemi a carica a molla , gli orologi divennero sempre più compatti e precisi , nel XVI secolo in Germania furono inventati i primi orologi tascabili (avevano forma ovale simile ad un uovo). Grazie al grande Galileo Galilei ed ai suoi studi sul pendolo si ottennero i primi orologi che sfruttavano il movimento oscillatorio , alla fine del '600 . Ad un certo punto gli orologi divennero sempre più precisi che si dovette definire l'unità di misura del tempo , fu così che nel 1820 si ottenne la definizione di secondo come una parte su 86400 del giorno medio . Definizione rivista molte volte in funzione del fatto che la terra rallenta la sua rotazione . La misura del secondo viene definita oggi in base alle proprietà di decadimento radioattivo del Cesio 133 , tanto che il secondo è l'unità di misura definita con maggiore accuratezza, attualmente nell'ordine di 10 alla -12.. Il rallentamento terreste viene corretto di tanto in tanto con l'aggiunta di un secondo “bisestile” chiamato “ secondo intercalare” dal 1972 ad oggi sono stati aggiunti 45 secondi , non pensiamo che il console Messalla se ne sarebbe accorto , ma oggi nell'età di internet non si può fare a meno di tanta precisione.

mercoledì 7 febbraio 2018

Il mascalzone e la povera belva

Il mascalzone e la povera "belva di via San Gregorio".


Giuseppe Ricciardi nato nel 1911 a Catania era un uomo alto e segaligno, con due sottili baffetti neri e l’aria del seduttore , faceva un poco il commerciante un poco il magliaro , proponeva l’acquisto di abiti o tessuti (ma poi anche di altre merci) presentandolo come un affare vantaggioso, spesso alludendo, anche falsamente, a una provenienza illecita della merce che ne avrebbe giustificato il basso prezzo e la pretesa alta qualità. Faceva parte di quella schiatta di uomini emersi nel dopoguerra , «venditori» che facevano del proprio mestiere uno stile di vita, di cui curavano in modo ossessivo ogni dettaglio: l’abito faceva il magliaro, che non conosceva sciatteria nell’aspetto e nell’eloquio.
Ricciardi è un siciliano dal sangue caldo, cui piacciono le belle donne, e non si è mai fatto mancare compagnie femminili, mentre Franca Pappalardo, la moglie, attende paziente, giù a Catania, con i bambini, di raggiungerlo a Milano. Era il 1946 l'Italia si stava faticosamente leccando le ferite del terribile conflitto mondiale e il Catanese era emigrato a Milano per cercare con le sue abilità dialettiche fortuna , in parte l'aveva trovata .
Aveva conosciuto una donna decisa e bellissima a Milano , si chiamava Rita Fort . Il Ricciardi non portava la fede e aveva promesso a Rita di sposarla , grazie all'aiuto della donna avevano aperto insieme un negozio di maglieria . La coppia va ad abitare in un piccolo appartamento di via Mauro Macchi, non distante dalla Stazione Centrale. Nel negozio Rita lavora come commessa. In realtà si sente padrona. Un giorno decide di spingere il suo uomo al grande passo: “Viviamo insieme, sposiamoci”. Lui è sfuggente. Messo alle corde confessa la verità: è sposato, in Sicilia ha moglie e due figli più un terzo in arrivo. E c'è di più: i suoi parenti, al paese, non vedono di buon occhio che lui se ne stia da solo in una città come Milano. Gli ordinano, in pratica, di ricongiungersi alla famiglia. Cosa che succede ben presto. Caterina si vede crollare il mondo addosso. Ma il Ricciardi le promette di ignorare la moglie e di stare solo con lei.
Ovviamente non è vero anzi la moglie "sale" a Milano .
Appena arrivata , Franca Pappalardo capisce che quella friulana che lavora nel negozio del marito non si comporta come semplice commessa , Intuisce che tra lei e il marito ci sono o c'erano stati rapporti ben diversi di quelli più semplici da dipendente a datore di lavoro. Intima a Pippo Ricciardi
di cacciarla . Lui gli offre dei soldi ed è costretto ad eseguire gli ordini della moglie .
Ma Rita Fort non è una donna come le altre , il destino con lei era stato crudele fino all'inverosimile era nata in Veneto , da piccola aveva visto il padre morire davanti a lei caduto in un dirupo , un fulmine gli aveva distrutto la casa , il suo amore della vita era morto due giorni prima della data che avevano fissato per il matrimonio .
Aveva sposato per ripiego un conterraneo che presto si era rivelato pazzo e di cui aveva ottenuto l'annullamento del matrimonio , aveva inoltre una malformazione che non le permetteva di avere figli .
Era fuggita a Milano in cerca di fortuna e pensava di averla trovata nel Ricciardi . Rina Fort perde la testa, decide di vendicarsi nel modo più orribile di quell'uomo che fino ad allora l'aveva illusa. Come?
Distruggendogli la famiglia, "cancellando" dalla faccia del mondo ciò che riteneva essere la causa della sua rovina.
L'occasione per dare sfogo al rancore accumulato arriva il 29 novembre. Sono le 7 di sera. Piove. Milano è appiattita dal grigio invernale. Giuseppe Ricciardi è fuori città, a Prato per affari. Caterina sale le scale di via San Gregorio, bussa alla porta di Franca Pappalardo.
Cosa succede appena la Fort entra in casa purtroppo non lo saprà mai nessuno. Ma è probabile che le due donne abbiano una violenta discussione. Rina Fort afferra una sbarra di ferro e uccide l'avversaria fracassandole la testa. Poi, colpisce senza pietà anche i tre bambini. Compiuta la strage torna a casa.
A scoprire l'orribile delitto il mattino successivo è Rina Somaschini, una commessa del Ricciardi, salita nell'appartamento per ritirare, come di consueto, le chiavi del negozio. Trova la porta aperta, le luci accese. Appena varcata la soglia lancia un urlo, corre nella guardiola della portineria e sviene.
Accorrono la polizia, il magistrato e un medico legale. Dietro la porta c’è il cadavere di Franca Pappalardo, massacrata con 18 colpi di spranga, accanto a lei il corpo di Giovannino (otto colpi in testa), sei o sette metri più distante, in cucina, quello di Giuseppina per la quale erano stati sufficienti quattro colpi.
La bimba ha la testa quasi sotto il seggiolone del piccolo Antonio, ucciso con un solo colpo dopo essere stato soffocato con un pannolino infilato in bocca. I giornalisti e fotografi arrivano prima della polizie e spostano i cadaveri e insozzano la scena del crimine .
In prigione finisce , lo stesso Pippo Ricciardi. Qualche giorno dopo la strage era tornato dal suo viaggio d'affari. Mentre entrava nel palazzo il portinaio lo aveva affettuosamente bloccato. “Vada subito all'obitorio. Sa, le hanno ucciso moglie e figli”. Lui non ne sapeva niente, ma la polizia non lo aveva creduto estraneo alla strage. E lo aveva arrestato. Viene assolto in istruttoria, ma fuori da San Vittore lo accoglie un'antipatia dilagante.
Solo la caparbietà del celebre commissario Mario Nardone riesce a sciogliere il muro di silenzi e omissioni della Fort.
La cronaca dell'omicidio fu curata per il corriere della sera da Dino Buzzati, il celebre autore del “Deserto dei tartari” che definì la Fort la belva di via San Gregorio.
Non una belva era Rina ma una donna che aveva osservato tanto da vicino i mostri e le mostruosità da diventarlo pure lei. Fu condannata all'ergastolo nel gennaio del 1950 passò in carcere ventisette anni cucendo vestiti per bambini (quelli che non aveva mai avuto) gli fu concessa la grazia dal Presidente della repubblica Leone nel 1975 .
Rina Fort muore, ormai quasi sconosciuta, il 2 marzo 1988. Viene trovata priva di vita a letto, stroncata da una crisi cardiaca. Il "grande male" evocato da Buzzati se n'era andato in silenzio. Quattro anni prima, a Catania, in solitudine, era scomparso anche Pippo Ricciardi si era risposato ed aveva avuto un altro figlio.
Fonti : La storia illustrata ; Archivio storico del corriere della sera

Il paradosso del compleanno

 Il paradosso del compleanno



Il paradosso del compleanno (o problema del compleanno) è un paradosso di teoria della probabilità definito nel 1939 da Richard Von Mises. Il paradosso afferma che la probabilità che almeno due persone in un gruppo compiano gli anni lo stesso giorno è largamente superiore a quanto potrebbe dire l'intuito: infatti già in un gruppo di 23 persone la probabilità è circa 0,51; con 30 persone essa supera 0,70, con 50 persone tocca addirittura 0,97.
Il modo più semplice per calcolare la probabilità P(p) che ci siano almeno due persone appartenenti ad un gruppo di  persone che compiano gli anni lo stesso giorno è calcolare dapprima la probabilità P1(p) che ciò non accada. Il ragionamento è questo: data una qualunque persona del gruppo (indipendentemente dalla data del suo compleanno), vi sono 364 casi su 365 in cui il compleanno di una seconda persona avvenga in un giorno diverso; se si considera una terza persona, ci sono 363 casi su 365 in cui compie gli anni in un giorno diverso dalle prime due persone e via dicendo. Potete fare questo gioco quanto siete in gruppo e sarete sbalorditi come bastino quasi sempre 30 persone per avere successo.

Le probabilità come (forse) non le 

abbiamo considerate mai.


Qual'è la probabilità di vincere al superenalotto? E di morire per una ferita autoinflitta ? Scoprilo con noi.
Il concetto di probabilità, utilizzato a partire dal XVII secolo, è diventato con il passare del tempo la base di diverse discipline scientifiche, In probabilità si considera un fenomeno osservabile esclusivamente dal punto di vista della possibilità o meno del suo verificarsi, prescindendo dalla sua natura. Tra due estremi, detti evento certo (ad esempio: lanciando un dado a sei facce si ottiene un numero compreso tra 1 e 6) ed evento impossibile (ottenere 1 come somma dal lancio di due dadi), si collocano eventi più o meno probabile.
Ma spesso la logica umana esula da considerazioni di tipo numerico , come chi gioca a superenalotto 1 su 622.614.630 e addirittura di fare il premio superstar 1 su 56.035.316.700 . Molto più probabile morire a causa di un asteroide 1 su 1.500.000.000 .
Uno dei giochi più equi è sicuramente roulette 1 su 38 è la probabilità di vincere puntando su un solo numero.
Niente comunque rispetto a testa o croce 1 su 2 .
Ma anche sulla percezione del pericolo si fanno errori spaventosi la probabilità morire per un attentato terroristico in Italia è 1 su 10.917.000 , ma non si parla d'altro nei mezzi di stampa come se il pericolo fosse immantinente .
Mentre vengono sottovalutati pericoli ben maggiori come
essere colpiti da un fulmine: 1 probabilità su 81.701.
morire in conseguenza di punture di api, vespe o calabroni: 1 probabilità su 62.950.
1 probabilità su 51.199 di restare vittima di una tempesta.
1 probabilità su 6.174 di morire per il gran caldo.
1 probabilità su 5.981 di morire per un colpo d’arma da fuoco accidentale.
1 probabilità su 5.862 di morire in un incidente aereo.
1 probabilità su 4.147 di morire in un incidente con la bicicletta.
1 probabilità su 1.235 di morire in un incendio.
1 probabilità su 1.073 di morire annegati.
1 probabilità su 802 di morire in un incidente di moto.
1 probabilità su 623 di morire investiti da un’auto.
1 probabilità su 300 di finire ucciso da un colpo di arma da fuoco.
1 probabilità su 272 di essere tra i passeggeri in un incidente stradale mortale.
1 probabilità su 184 di morire a causa di una caduta.
1 probabilità su 139 di morire per un avvelenamento accidentale.
1 probabilità su 115 di morire a causa di una ferita auto-inflitta.
1 probabilità su 85 di morire al volante di un’auto per un incidente stradale.
1 probabilità su 28 di morire per infarto.
1 probabilità su 7 di morire per un tumore.
1 probabilità su 6 di morire per una malattia cardiaca.
Se i telegiornali e la stampa ragionassero in termini probabilistici avremmo sicuramente una visione più valida della realtà , anche se la fisica quantistica ci insegna come la realtà non è altro che un sottile gioco di probabilità.

martedì 7 marzo 2017

Articoli febbraio 2017


La scienza delle bolle di sapone.

L'acqua, come qualunque altra cosa, è formata da tante piccolissime particelle. Queste stanno insieme attraendosi a vicenda per mezzo di speciali forze: queste forze sono più attive in superficie (cioè al confine acqua-aria) e spingono le particelle verso l’interno del liquido (tensione superficiale). Un concetto comune ma errato è che il sapone aumenti la tensione superficiale dell'acqua. È vero il contrario, cioè il sapone decrementa la tensione superficiale dell'acqua in superficie approssimativamente a 1/3. Il sapone non rinforza le bolle ma le stabilizza grazie ad un fenomeno conosciuto come effetto Marangoni. Quando il film superficiale della bolla si va allungando e assottigliando (ad esempio quando una bolla si gonfia), la concentrazione di sapone nel film diminuisce e ciò causa un aumento della tensione superficiale. Così il sapone va a rinforzare le parti più deboli della bolla e tende a non farla ingrandire ulteriormente. Il sapone inoltre riduce l'evaporazione permettendo alla bolla di durare più a lungo, sebbene questo effetto sia relativamente scarso. La forma sferica è anch'essa dovuta alla tensione superficiale. La tensione superficiale porta alla formazione di una sfera perché questa possiede la minima superficie per un dato volume. Una volta creata,la bolla si comporta come un palloncino elastico, leggerissimo, che contiene un po’ d’aria e può volare spinto dal vento. Le bolle scoppiano perchè l’acqua contenuta nella pellicola che forma la bolla tende ad evaporare e così le pareti si assottigliano e non tengono più. E anche perché l’acqua scende verso il basso per il suo peso, indebolendo la parte superiore della bolla che presto si buca. Di solito alla mistura allo scopo di ridurre l'evaporazione vengono aggiunti glicerina e miele .


Attenti al LUPO..... siculo.
I lupi siciliani erano piccoli, appena più alti e lunghi di un labrador, circa come un piccolo pastore tedesco; con un ‘altezza alla spalla tra i 45 e 65 cm e con una lunghezza del corpo intorno al metro (93-125cm). Si pensi che un tipico lupo europeo è invece alto al garrese almeno 70-80 cm e lungo circa un metro e mezzo. Loro caratteri tipici erano la coda breve, lunga appena 20c m, invece dei 40 cm del lupo europeo; ed i diversi colori della pelliccia, come il margine esterno nero delle orecchie, la punta nera della coda ed una stretta zona scura sulle zampe anteriori.
L’estinzione in Sicilia avviene alla fine degli anni ’30. Intorno al 1934 sembra sia stato abbattuto l’ultimo esemplare nel Bosco di Ficuzza; anche se nel 1936 si ha notizia di un’uccisione a Bellolampo (Palermo). Ancora nel 1935, esisteva nei bilanci comunali traccia di una taglia di £ 20 (circa 29 € attuali) per l’uccisione di un lupo.
Nel 1973 un articolo apparso su “La Sicilia” descriveva uno strano caso di lupo mannaro che faceva sentire la sua presenza ululando nelle notti di luna piena nella zona di via Eleonora D'Angiò a Catania .
Il Lupinaro siciliano , aveva alcune caratteristiche peculiari , oltre al solito pelo irsuto e gli artigli che crescevano nelle notti di luna piena e la ferocia tipica dei lupi mannari di ogni latitudine aveva un limite invalicabile , non riusciva a fare le scale , bastava fare tre scalini per mettersi in salvo .
Inoltre era un fenomeno reversibile si doveva incidere con un bisturi d'argento la fronte del mostro con la croce e la guarigione era immediata , il guarito diventava fedele al guaritore come un cane per tutta la vita.
Molte sono le leggende e i timori legati a questo canide nell'immaginario siciliano e ancora oggi tanti sono i luoghi che portano il nome dell'estinta bestia.
La più inquietante storia è narrata da Giacinto Maria Farina un frate Cappuccino vissuto alla fine del 19° secolo, descrive la presenza alla fine del XVII secolo nella zona di Palazzolo Acreide di un lupo di dimensioni smisurate che sgozzava infanti e picciotti , per tre anni , resistendo anche a numerose scopettate subite e che dopo tre anni di caccia svanì nel nulla.
Visto le dimensioni del lupo siculo anche il più grosso non avrebbe mai potuto rispondere alla descrizione , inoltre i lupi vivono solitamente in branco , molto probabilmente si trattava di un essere umano , animale notoriamente più pericoloso di qualunque lupo.


Ma quanti sono i pianeti ?


Un pianeta extrasolare o esopianeta è un pianeta non appartenente al sistema solare, orbitante cioè attorno a una stella diversa dal Sole.
Al 22 febbraio 2017 con le ultime novità della N.A.S.A: risultano conosciuti 3583 pianeti extrasolari in 2688 sistemi planetari diversi (di cui 603 multipli), inoltre 2410 è il numero di pianeti candidati e altri 211 possibili pianeti sono in attesa di conferma o controversi.
Ma come si individua un esopianeta , visto che non brilla di luce propria ?
Le tecniche finora utilizzate sono 6
1) Astrometria: L'astrometria consiste nella misurazione precisa della posizione di una stella nel cielo e nell'osservare in che modo questa posizione cambia nell'arco del tempo. Se la stella ha un pianeta, allora l'influenza gravitazionale del pianeta stesso causerà alla stella un leggero movimento circolare o un'orbita ellittica attorno a un comune centro di massa.
2) Velocità radiali:
Questo metodo è conosciuto anche col nome di metodo Doppler. Le variazioni nella velocità con cui la stella si avvicina o si allontana dalla Terra — questa velocità è definita appunto come velocità radiale della stella rispetto alla Terra — possono far dedurre la presenza di un pianeta, a causa di sbilanciamenti della linea spettrale della stella, in accordo con l'effetto Doppler. Col passare del tempo, questa è diventata la tecnica più produttiva usata dai "cacciatori di pianeti". Con questo metodo si possono determinare la massa e il peso di un pianeta extrasolare.
3 ) Variazioni degli intervalli di emissioni di una Pulsar:
Una pulsar (il residuo piccolo e ultradenso di una stella che è esplosa in una supernova), ruotando, emette onde radio a intervalli estremamente regolari. Leggere anomalie negli intervalli delle emissioni possono essere usate per tracciare cambiamenti nel moto della pulsar, causati dalla presenza di uno o più pianeti.
4) Metodo del transito:
Se un pianeta attraversa (o transita) di fronte alla propria stella, allora è osservabile una riduzione della luminosità della stella eclissata. L'ammontare della variazione dipende dalla dimensione del pianeta e della stella stessa. I pianeti extrasolari si distinguono dalle stelle variabili a eclisse dal fatto che nella curva di luce dei primi c'è un'unica variazione, nelle seconde invece le variazioni sono due. Con questo metodo si possono determinare le dimensioni del pianeta extrasolare.
5) Microlente gravitazionale:
L'effetto della lente gravitazionale avviene quando i campi gravitazionali di due corpi celesti cooperano per focalizzare la luce di una stella lontana. Se il primo corpo celeste (quello più vicino all'osservatore) è un pianeta, ciò sta a significare che possiede un campo gravitazionale tale da contribuire in modo importante all'effetto della microlente gravitazionale.
6) Dischi circumstellari e protoplanetari:
Le nubi di polveri circondano molte stelle, ed esse possono essere individuate poiché in grado di assorbire la luce stellare e riemetterla sotto forma di radiazione infrarossa. Analizzando attentamente le nubi di polveri, è possibile individuare elementi che suggeriscono la presenza di pianeti e/o protopianeti.
Al LUDUM abbiamo realizzato una serie di exibit didattici che ci aiutano meglio a capire come si fa, venite a vederli .
Fonte wikipedia- ; Catalogo LUDUM di Daniele Abate

Inquinamento luminoso

La Sicilia insieme alla Calabria non ha una regolamentazione sull'inquinamento luminoso. Approfittiamo di “Illumino di meno “ per far partire una campagna volta a far capire agli amministratori che regolamentare l'illuminazione è molto importante.
L'inquinamento luminoso viene spesso sottovalutato ma anch'esso provoca danneggiamenti all'ambiente.
Tra i danni ambientali si possono elencare: difficoltà o perdita di orientamento negli animali (uccelli migratori, tartarughe marine, falene notturne), alterazione del fotoperiodo in alcune piante, alterazione dei ritmi circadiani nelle piante, animali ed uomo (ad esempio la produzione della melatonina viene bloccata già con bassissimi livelli di luce). Recentemente (2001) è stato scoperto un nuovo fotorecettore che non contribuisce al meccanismo della visione, ma regola il nostro orologio biologico. Il picco di sensibilità di questo sensore è nella parte blu dello spettro visibile. Per questo le lampade con una forte componente di questo colore (come i LED) sono quelle che possono alterare maggiormente i nostri ritmi di vita. Le lampade che fanno meno danno da questo punto di vista sono quelle al sodio ad alta pressione e, ancora meno dannose, quelle a bassa pressione.
Il danno culturale principale è dovuto alla sparizione del cielo stellato dai paesi più inquinati, cielo stellato che è stato da sempre fonte di ispirazione per la religione, la filosofia, la scienza e la cultura in genere.
La scienza più danneggiata dalla sparizione del cielo stellato è l'astronomia sia amatoriale che professionale; un cielo troppo luminoso infatti limita fortemente l'efficienza dei telescopi ottici che devono sempre più spesso essere posizionati lontano da questa forma di inquinamento.
Il danno economico è dovuto principalmente allo spreco di energia elettrica impiegata per illuminare inutilmente zone che non andrebbero illuminate, come la volta celeste, le facciate degli edifici privati, i prati e i campi a lato delle strade o al centro delle rotatorie. Anche per questo motivo uno dei temi trainanti della lotta all'inquinamento luminoso è quello del risparmio energetico. La spesa energetica annua per illuminare l'ambiente notturno è dell'ordine del miliardo di euro, non contando le spese di manutenzione degli apparecchi, sostituzione delle lampade, installazione di nuovi impianti.

Federico II , Fibonacci e un 

castello ottagonale.


Leonardo Fibonacci detto Leonardo Pisano, matematico italiano (Pisa 1170-1240), figlio di Guglielmo Bonacci, nacque a Pisa intorno al 1170. Suo padre era segretario della Repubblica di Pisa e responsabile a partire dal 1192 del commercio pisano presso la colonia di Bugia, in Algeria, ove i Pisani intrattenevano fiorenti traffici commerciali. Alcuni anni dopo il 1192, Bonacci portò suo figlio con lui a Bugia.
Il padre voleva che Leonardo divenisse un mercante e così provvedette alla sua istruzione nelle tecniche del calcolo, specialmente quelle che riguardavano le cifre indo-arabiche, che non erano ancora state introdotte in Europa. In seguito Bonacci si assicurò l'aiuto di suo figlio per portare avanti il commercio della repubblica pisana e lo mandò in viaggio in Egitto, Siria, Grecia, Sicilia e Provenza. Leonardo colse l'opportunità offertagli dai suoi viaggi all'estero per studiare e imparare le tecniche matematiche impiegate in queste regioni. Utilizzò queste esperienze per migliorare le tecniche del calcolo commerciale che già conosceva e per estendere le ricerche dei matematici classici, tra i quali i greci Diofanto ed Euclide. Intorno al 1200, Fibonacci tornò a Pisa dove per i seguenti 25 anni lavorò alle sue personali composizioni matematiche. Si devono a Fibonacci l'introduzione dei numeri arabi e dello “zero” in occidente nonché la famosa serie numerica (di cui parleremo in un altro post a breve) che porta il suo nome.
Indubbiamente il Fibonacci fu il primo algebrista cristiano, il più grande matematico del medioevo, il maggior genio scientifico del XIII secolo in Italia. Egli ebbe in Federico II (cui dedicò il "Liber quadratorum") un protettore capace di comprendere le sue ricerche scientifiche e di apprezzarne il valore.
Federico II durante il suo soggiorno a Pisa probabilmente 1226 presenziò alle gare matematiche tra Leonardo e altri matematici, in quell'occasione gli sottopose, tramite il filosofo di corte maestro Giovanni da Palermo, una serie di quesiti, avendo come risposta alcuni interessanti corollari intorno alla teoria delle frazioni. Secondo molte fonti il progetto del castel del monte fu un dono di quest'uomo tanto ricercato per progettare il suo castello; l’unico che poteva creare una figura geometrica così perfetta,l’unico in grado di realizzare dopo innumerevoli calcoli matematici quell’opera così complessa che esprimeva la volontà di colui che si imponeva come il più colto degli imperatori medievali,che esprimeva la volontà di colui che fece dell’ingegno e del sapere le basi su cui fondò il suo regno.

Il segreto di Archimede

Il 29 ottobre del 1998, il "New York Times" riportava in prima pagina la notizia della vendita all'asta, da Christie's, di un libro di preghiere medioevale. Poco dopo ci si accorse che sotto i versi sacri si celava il più antico manoscritto di Archimede di Siracusa, il testo nel quale il grande matematico dell'antichità aveva concentrato, in parole e in diagrammi, tutta la sua conoscenza. Del documento si ebbero le prime tracce nel 1906 , quando fu rinvenuto nelle millenarie sale di una biblioteca di un monastero a Istanbul per poi ricomparire a Parigi nel 1990 , ancora più misterioso è l'acquirente rimasto anonimo con lo pseudonimo di “Mister B” che sborsò la bellezza di 2 milioni di dollari . Il documento originale era stato raschiato da una pergamena per inciderci sopra una preghiera , ma le tracce dello scritto precedente (i greci usavano pittura a base di ferro) rendevano inequivocabile ai raggi x . la scrittura del più grande scienziato dell'antichità . Il testo denominato “ palinsesto di Archimede “ tratta tra l'altro di come il matematico siracusano , utilizzando un gioco greco. lo stomachion (in vendita allo shop del LUDUM) formato da 14 pezzi , che potevano essere combinati per creare forme di animali o geometriche . Il grande scienziato si proponeva di calcolare quante erano le combinazioni che assemblate davano la forma di un quadrato .È un difficile problema nel quale gli aspetti combinatori s'intrecciano con quelli geometrici. Solo nel 2003 si è giunti a soluzione grazie al matematico statunitense Bill Cutler che è di 536

5 curiosità sull'accoppiamento umano

1) Il pene umano non ha un'ossatura al contrario invece della maggioranza dei mammiferi, come ad esempio gli scimpanzè o le scimmie , questo giustifica in parte alcune difficoltà maschili.
Nonostante questo però, il vostro pene si può rompere ugualmente!
2) Il pene ha la forma di un boomerang . Anche se gli uomini non lo notano, il pene ha la forma di un boomerang. Infatti la radice del pene, che non si vede poiché nascosta dentro il bacino, è collegata all'osso pubico in maniera tale da ricordare un boomerang.
Uno degli interventi di allungamento del pene consiste nel tagliare il legamento che collega la radice del pene all'interno del bacino.
3) Quanti sono gli spermatozoi?
In una eiaculazione vi sono circa 50 milioni di spermatozoi, ma sappiate che il numero di questi varia da uomo a uomo. Infatti vi sono alcuni uomini che possono eiaculare fino a ben 600 milioni di spermatozoi!
4) L'accoppiamento umano utilizza prevalentemente la forza di attrito per stimolare gli apparati sessuali sia maschili che femminili . L'attrito è una forza che si sviluppa quando due superfici sfregano una sull'altra. Da questo movimento si genera una forza: parte di questa energia meccanica che nasce dall'atto sessuale è sprecata in calore che non si può più recuperare e che invade l'aria che ci circonda riscaldando l'ambiente.
5) Il consumo energetico durante l'attività sessuale è di circa 85 kCal o 3,6 kCal/min”. In particolare, durante un rapporto sessuale un uomo brucia in media 4,2 kCal al minuto . Una donna ne brucia invece 3,1 al minuto , quindi si dimagrisce .


La fisica di Carmen Consoli

La cantantessa catanese ha prodotto stupende canzoni , ma dietro ogni canzone c'è molta scienza se la vogliamo trovare.
Mille violini suonati dal vento nella canzone “Ultimo bacio” , ma come funziona un violino e che rumore fanno mille violini ?
Le corde sollecitate dall'archetto sono caratterizzate da due semplici aspetti fisici. Il primo è che l'attrito « radente » è minore dell'attrito « statico » e che il passaggio dall'uno all'altro è quasi discontinuamente brusco. Il secondo è che una corda flessibile in tensione può vibrare in modi diversi, cioè tutta insieme o dividendosi in parti di uguale lunghezza, divise da punti che non vibrano e che si chiamano «nodi ». Sulla corda possono coesistere una moltitudine di armoniche a seconda delle caratteristiche dell'attrito. Un violino emette suoni con un intensità dai 55 ai 95 decibel . La soglia del dolore viene generalmente fissata a 120 dB. Poiché per ogni 10 dB di aumento l'intensità sonora aumenta di 10 volte, per passare da 50 dB a 120 dB l'intensità deve aumentare di 10^7 volte, quindi occorrono 100.000.000 violini per impazzire . Ne consegue che mille violini sono tollerati bene dall'orecchio umano. Nella canzone “Guarda l'alba” la cantantessa scrive “tutto inizia ,invecchia , cambia ,forma “ Ma Che cos’è l’invecchiamento? Questa è una domanda fondamentale che può avere risposte sia semplici che complesse. L'invecchiamento umano è considerato un fenomeno ineluttabile, scandito da una progressione lineare. Con il passare degli anni i danni alle strutture genetiche si accumulano e, mano a mano, ricevono una riparazione parziale o difettosa.
Ad oggi grazie un ampio corredo farmacologico che mira a ridurre la pressione arteriosa, a migliorare le funzioni contrattili del cuore, l’efficienza dei polmoni, della prostata, dell’intestino e così via, in un ampio tentativo di modificazione delle funzioni e soppressione dei sintomi in modo che l’anziano possa “tirare avanti” senza gravi problemi. In fisica il decadimento il cambiamento ha un nome ENTROPIA , la natura tende spontaneamente al disordine e l’entropia è proprio una misura del disordine. Se rovesciamo su di un tavolo le tessere di un puzzle, anche precedentemente composto, è molto difficile, che il puzzle risulti casualmente formato, tanto difficile che lo riteniamo impossibile. Il disordine è più probabile dell’ordine, perciò il passaggio da ordine a disordine costituisce la tendenza spontanea di ogni fenomeno. L’ENTROPIA è appunto la grandezza scelta per fornire una misura del disordine, anche se in modo non semplice ed immediato. Dire che l’entropia aumenta significa dire muoversi verso stati fisici più probabili e quindi più disordinati e, quindi infine, con una minore quantità di energia utilizzabile.



mercoledì 8 febbraio 2017

Articoli di gennaio 2017

Una raccolta dei nostri migliori articoli pubblicati sulle nostre pagine social a Gennaio 2017

Ho la scienza per capello.
Strumenti di seduzione , fragili e resistenti . Sono costituiti da filamenti di una proteina (la cheratina) , addensati in cellule morte. Eppure crescono sempre sono fibre inanimate e viventi allo stesso tempo . Questi sono i nostri capelli , servono a mantenere costante la nostra temperatura corporea ma anche a comunicare. I capelli sono costituiti da proteine solide, come la cheratina, in una percentuale compresa fra il 65 e il 95%, e per il resto da acqua, lipidi, pigmenti e oligoelementi. Altra proteina solida è la melanina che conferisce il colore al capello. Ne abbiamo circa100.000 , il numero varia in funzione dell'età e del colore ; una bionda ne ha 150.000 , una bruna 110.000 e una rossa 90.000. Crescono circa un centimetro al mese , la loro lunghezza massima però è definita geneticamente dalla nascita . Sono resistentissimi ; un capello può reggere dai 50 ai 100 grammi , con tutti i capelli si possono tranquillamente sollevare sino a 12000 kg . La forma si distingue in tre tipi:
Ulotrichi: ricci a sezione piatta, tipici delle etnie africane
Lissotrichi: lisci a sezione rotonda, tipici delle etnie mongoliche
Cimotrichi: ondulati a sezione ovale, tipici delle etnie caucasiche
Lo spessore del capello varia in base alle diverse appartenenze etniche, e va da un minimo di 0,06 mm a un massimo di 0,1 mm.
Ma ne abbiamo fin sopra i capelli perchè abbiamo più guai che capelli , noi che abbiamo i capelli sale e pepe , siamo ora sospesi per un capello , cosa da far rizzare i capelli e pensare che ci manca un capello , non che siamo tipi da spaccare il capello in quattro ma non ci strapperemo i capelli , speriamo sempre di acciuffare la fortuna per i capelli.

Le dimensioni contano
Se la Terra avesse un diametro di un centimetro. Il diametro di Giove sarebbe di un decimetro, e quello del sole un metro. Il sole disterebbe dalla terra circa 160 metri. Impressionante, eh? La terra è ridotta ad una biglia ed il sole ad una grossa palla di un metro a 160 metri di distanza. Facciamo lo stesso gioco col sole? Fingiamo che abbia un diametro di un centimetro. Quanto dista la stella più vicina? Tenetevi forte: 400 km! per non vedere un'immagine dominata dal vuoto bisogna guardare da molto, molto lontano...

Quando è iniziato il tempo ?
Che cosa c’era prima del Big Bang? Non solo dal punto di vista della religione, ma anche da quello della cosmologia classica, solo porsi la domanda è un’eresia. Infatti, il tempo e lo spazio sono creati con il Big Bang, per cui non avrebbe senso chiedersi dove e quando ciò accadde poiché i concetti stessi di spazio e tempo non possono essere definiti «al di fuori» e «prima» del Big Bang. Oggi gli scienziati possono ricostruire la storia del cosmo a partire da un milionesimo di miliardesimo di secondo dopo il Big Bang, ma rimane inspiegato questo minuscolo lasso di tempo proprio all’inizio del tempo stesso, che secondo molti è la chiave per la comprensione della natura fondamentale del nostro universo. tracce di ciò che c’era prima potrebbero essere nascoste nello spazio, soprattutto sotto forma di onde gravitazionali, le debolissime oscillazioni dello spaziotempo previste da Einstein e con grande probabilità osservate dai ricercatori della collaborazione BICEP2. La teoria più accreditata comunque è quella sviluppata 2001 Neil Turok, dell’Università di Cambridge, e Paul Steinhardt, che il big bang sia il prodotto del contatto di due universi paralleli multidimensionali chiamati “brane” , e che il nostro universo prese inizio dallo spettacolare scontro fra due brane, il Big Bang non sarebbe affatto l’inizio del tempo, ma solo l’azzeramento dell’orologio cosmico della nostra brana. Forse, in questo stesso istante un’altra brana si sta avvicinando pericolosamente alla nostra lungo la quinta dimensione. L’immane scontro fra universi paralleli potrebbe ripetersi nel futuro, annullando così il nostro universo in un nuovo Big Bang.

Pitagora - storia di un estremista matematico

Sicuramente il primo grande protagonista della matematica , il teorema che porta il suo nome era già noto ai Babilonesi e probabilmente fu dimostrato da un suo discepolo. Pitagora viene descritto come un personaggio singolare , sospeso tra attacchi di ira inconsulta a momenti di appassionato indottrinamento . Contemporaneo di Buddha , Confucio e Zaratustra fu fondatore di una specie di “religione matematica”, che venerava i numeriinteri come il fondamento del mondo , era affascinato dal fatto che i rapporti matematici semplici ( ½ , 1/3 , ¼ ...ecc..) fossero i più gradevoli anche tra le frequenze musicali. Quindi alla base della sua “religione” matematica c'era il numero 1 inizio di ogni cosa. Un suo allievo Ippaso da Metaponto dimostrò l'importanza dei numeri irrazionali , esasperato da questa dimostrazione Pitagora lo fece affogare. Pitagora è tradizionalmente considerato l'iniziatore del vegetarianismo in Occidente grazie ad alcuni versi delle Metamorfosi di Ovidio, che lo descrivono come il primo degli antichi a scagliarsi contro l'abitudine di cibarsi di animali, reputata dal filosofo un'inutile causa di stragi, dato che la terra offre piante e frutti sufficienti a nutrirsi senza spargimenti di sangue , ma la scuola Pitagorica vietava assolutamente pure di cibarsi di fave .
La scuola Pitagorica su presentava come una setta mistica-religiosa, comunità scientifica ed insieme partito politico aristocratico che sotto questa veste governò direttamente in alcune città dell'Italia meridionale.
I Seguaci erano divisi in due gruppi
I matematici (μαθηματικοί - mathematikoi), ovvero la cerchia più stretta dei seguaci, i quali vivevano all'interno della scuola, si erano spogliati di ogni bene materiale e non mangiavano carne ed erano obbligati al celibato. I "matematici" erano gli unici ammessi direttamente alle lezioni di Pitagora con cui potevano interloquire. A loro era imposto l'obbligo del segreto, in modo che gli insegnamenti impartiti all'interno della scuola non diventassero di pubblico dominio;
Gli acusmatici (ἀκουσματικοί - akusmatikoi), ovvero la cerchia più esterna dei seguaci, ai quali non era richiesto di vivere in comune, o di privarsi delle proprietà e di essere vegetariani, avevano l'obbligo di seguire in silenzio le lezioni del maestro. Gli acusmatici inoltre non potevano vedere il maestro, ma soltanto udirne la parola, in quanto teneva le sue lezioni nascosto da una tenda.
Durante una rivolta del partito della democrazia dovette fuggire dalla Magna Grecia e rifugiarsi a Metaponto dove morì intorno al 495 A.C.
Si deve comunque a Pitagora l'idea dell'importanza della matematica come linguaggio per descrivere il mondo .

Meteoriti di Sicilia

La maggior parte delle meteoriti si disintegrano in aria, e l'impatto con la superficie terrestre è raro. Ogni anno si stima che il numero di rocce che cadono sulla Terra delle dimensioni di una palla da baseball o più si aggiri
sulle 500. Di queste ne vengono mediamente recuperate solo 5 o 6; gran parte delle rimanenti cadono negli oceani o comunque in zone in cui il terreno rende difficile un loro recupero. Le meteoriti più grosse possono colpire il terreno con forza considerevole, formando cosi un cratere meteorico (o cratere da impatto). Il tipo di cratere (semplice o complesso)dipenderà dalla grandezza,
composizione, livello di frammentazione e angolo d'impatto della meteora. La forza della collisione di una grande meteora può ca
usare disastri di grande entità. In tempi storici, sono stati registrati danni di piccola entità a proprietà, bestiame e anche persone. Nel caso in cui la meteora sia un frammento di cometa, composto per lo più di ghiaccio, il riscaldamento può provocare una notevole esplosione, senza che alcun frammento del
meteoroide sopravviva. Si ipotizza, secondo alcune teorie correnti, che l'evento di Tunguska sia stato causato probabilmente da un caso di questo tipo.
In Sicilia si ha contezza di almeno quattro meteoriti caduti negli ultimi due secoli.
Il 10 febbraio 1853, diverse pietre caddero vicino ad Agrigento, la maggior parte dei frammenti fu recuperata dal Prof. Gemmellaro di Palermo. La caduta, accompagnata da un flash di luce e un boato, avvenne durante un temporale vicino ad una fattoria di proprietà del sig. Gaspare Lo Giudice, e allarmò diversi agricoltori della fattoria, i quali trovarono una pietra molto pesante e la portarono a Lo Giudice . Nel 1948, attraverso una corrispondenza da parte di uno studioso con il sig. Giuseppe Bonafede di Palermo, un collezionista di minerali e fossili, si venne a sapere che questa persona era in possesso delle due masse principali della meteorite di Girgenti, ma soprattutto conosceva anche le circostanze della caduta. Un frammento si trova al museo di scienze naturali di Milano .
Alltra caduta di una meteorite in Sicilia, avvenne intorno alle ore 01.00 pm di sabato 16 Luglio 1955, vicino Camarò, un villaggio a circa 3 km ad ovest di Messina. Un uomo, che si trovava a casa verso quell'ora, udì un tonfo immediatamente seguito da un boato; uscì per ispezionare l'area intorno alla sua casa e notò che una bassa pila di rocce spaccate, preparate per alcune riparazioni stradali, era stata colpita da una pietra di color nero delle dimensioni di un ananas. La pietra non aveva creato un cratere, ma era penetrata per circa 20 cm. nella pila di pietre rotte, dove fu trovata divisa in tre frammenti maggiori a lato di altri molto più piccoli. Questi ultimi, sfortunatamente, non furono salvati.
Due giovani, mentre stavano lavorando separatamente sui pendii di un bosco di pini a circa 2 km. dal punto di impatto, notarono entrambi una luce brillante, almeno tanto intensa quanto il sole " al di sopra degli alberi ". Guardando in cielo dissero: " una palla di fuoco apparentemente sospesa in aria, ma rapidamente crescente in dimensioni - probabilmente si trovavano in linea con la meteora - " finchè realizzarono che era caduta. La meteorite venne recuperata e pesata; la massa maggiore era di 2025 grammi, seguito da altri 2 frammenti di 338 e 42 grammi. Il frammento maggiore fu tagliato per analisi fisiche e chimiche, il frammento più piccolo fu usato per ottenere varie analisi in fluorescenza e raggi X mentre un pezzo di 52 grammi fu spedita al Dipartimento di Scienze Minerarie allo Smithsonian Institute a Washington. La massa maggiore della Messina di gr.1972 non si capisce come possa essere andata a finire al British Museum di Londra e come nessun pezzo sia conservato in Italia. Ora l'unico pezzo della Messina è conservato in una collezione privata ed è una fetta con crosta di 6,908 grammi proveniente dal British Museum . Il Museo di Vienna possiede 21 grammi, il pezzo conservato a Washington è di 45 grammi, altri 6 grammi sono conservati presso l'FNMH di Chicago e 1 grammo presso la collezione di R.Bartoschewitz.
A Mineo (CT) Il 3 maggio 1826 fu osservata una luminosa meteora e nei pressi di una fattoria, fu visto cadere un oggetto seguito da un forte rumore. Dal cratere fu recuperata una massa ferrosa. Solo 42 grammi sono stati salvati , conservati in collezioni private la cui ubicazione nonostante diverse indagini da noi svolte è misteriosamente ignota.
Un altro meteorite cadde a Patti nel 1969 costituito prevalentemente di ferro è uno di quei meteoriti che ha ricevuto ben poca attenzione nella letteratura . La meteorite Patti è conservata presso l'Università di Perugia.

Questioni di pozzanghere
In questi giorni le nostre strade sembrano dei percorsi ad ostacoli piene di buche e acqua ma vi siete mai chiesti , perchè nelle giornate calde sulle strade asfaltate sembra di vedere pozzanghere ?
Si tratta del miraggio più conosciuto e facile da visualizzare. Tutti hanno notato che percorrendo una strada asfaltata d'estate , sembra di vedere in fondo acqua che riflette la luce come uno specchio. Avanzando verso la zona “bagnata” , osserveremo che essa si allontana . L'effetto è dovuto al forte assorbimento termico dell'asfalto che riscalda notevolmente , l'aria vicino ad esso è più calda , divenendo man mano che si allontana dalla strada più fredda , la luce quindi nella zona sovrastante l'asfalto incontra indici di rifrazione diversi , tanto da subire un incurvamento. Raggi che arrivano con piccola inclinazione non arrivano proprio a toccare l'asfalto , risultando ad un osservatore lontano come un raggio riflesso , dando quindi l'impressione di vedere un laghetto.
N.B. Quelle che vedrete oggi sono vere e pericolose pozzanghere.

Noi siamo figli delle stelle.

Tutti gli atomi di cui siamo formati sono stati costituiti durante esplosioni stellari .
In una persona che pesa 70 kg ci sono circa 7 per10alla27 atomi, vale a dire 7 seguito da 27 zeri, ovvero: 7.000.000.000.000.000.000.000.000.000 atomi. O, ancora, 7 miliardi di miliardi di miliardi di atomi .Essendo fatti principalmente da acqua (H2O) con cellule composte, in termini di peso, per il 65-90% di acqua, non sorprende che la maggior parte della massa di un corpo sia fatta da ossigeno. Il secondo elemento più abbondante, il carbonio costituisce la spina dorsale del DNA, presente nella maggior parte delle cellule. È anche presente nelle molecole di zucchero che il corpo utilizza per produrre energia: consumiamo carbonio dal cibo che mangiamo e lo rilasciamo nell’ambiente quando espiriamo. L’idrogeno, invece, è l’elemento più abbondante nell’universo, ed è anche l’elemento più piccolo. Oltre ad esserci due atomi di idrogeno per ogni molecola di acqua, l’idrogeno si trova anche in molte altre molecole biologiche come quelle del grasso acido, determinando se si tratta di grassi saturi o meno. Circa il 99% della massa del corpo umano è composta da sei elementi: ossigeno, carbonio, idrogeno, azoto, calcio e fosforo. In percentuali inferiori all'1% sono presenti potassio, sodio, rame e altri elementi, per un totale di 60 elementi che compongono il corpo umano di un adulto.
Ossigeno: 65% (della massa)
Carbonio: 18%
Idrogeno: 10%
Azoto: 3%
Calcio: 1,5%
Fosforo: 1%
Potassio: 0,35%
Zolfo: 0,25%
Sodio: 0,15%
Magnesio: 0,05%
Rame, zinco, selenio, molibdeno, fluoro, cloro, iodio, manganese, cobalto, ferro: tracce Litio, stronzio, alluminio, silicio, piombo, vanadio, arsenico, bromo.

La forza del pensiero negativo

La forza del pensiero positivo è scientificamente conosciuta come placebo. Meno famoso è il suo fratello cattivo che , al contrario può scatenare una malattia quando noi stessi , ci aspettiamo che colpisca. Il cosiddetto effetto nocebo (dal latino noceo, nuocere) un vero pericolo per la salute , chi consultando il “bugiardino” che è allegato ai farmaci non si sofferma alla lista degli effetti collaterali e magari non ne prova qualcuno ? Il potere della suggestione è da tempo scientificamente dimostrato , il colore di una pillola e la forma possono migliorare o peggiorare un sintomo in modo indipendente dalla dalla precisa attività del farmaco. Se per l'effetto placebo esistono numerosi studi per il nocebo le ricerche sono più rare perchè eticamente non fattibile indurre uno stato di ansia o malattia ad un soggetto sano. Sicuramente la paura di soffrire scatena l'ansia e attiva un neurotrasmettitore che agisce sulle vie del dolore amplificandolo. Le reazioni negative non sono quindi generate chimicamente, ma sono interamente dovute al pessimismo e alle aspettative negative riguardo agli effetti del falso farmaco. L'esistenza dell'effetto nocebo pone anche un problema riguardo ai modi in cui il medico adempie agli obblighi di informazione nei confronti del paziente (il dottor Dr. House andrebbe radiato). Il concetto di nocebo oggi viene esteso anche agli effetti negativi derivati da autosuggestione a seguito di qualsiasi evento percepito erroneamente come dannoso, come nel ricevimento di un referto medico sbagliato che diagnostica una malattia inesistente, di cui si inizia a manifestarne i sintomi (patomimia). Gli effetti negativi sono maggiori nelle donne che negli uomini , a causa delle capacità empatiche maggiori rispetto agli uomini. L'effetto nocebo è usato da maghi stregoni e compagnia cantando per suggestionare i propri “clienti” , rischiando di creare disturbi e dolori reali nelle persone, ma anche inquinare gli effetti di una terapia farmacologica.

Le creature dell'uomo sono tra noi, non abbiatene paura (forse).

Un robot troppo simile a noi diventa spiacevole e pauroso. Un retaggio ancestrale in cui si credeva che un simulacro simile a noi potesse contenere i nostri mali e succhiarci la vita (per esempio le bambole vodoo) , o il fatto che qualcuno di simile a noi abbia dei movimenti non troppo esatti ci fa percepire un pericolo e ci consiglia di starne lontano .
L' automatonofobia quindi ha imposto modelli di robot servitori lontani dalla visualizzazione umanoide (solo i giapponesi per motivi culturali non la manifestano) , ma che le nostre creazioni possano prendere vita non è solo retaggio di questa epoca. Tutti conoscono la storia del mostro di Frankenstein ma scavando ancora indietro nel tempo nella tradizione ebraica c'è il golem , un gigante creato dalla magia conoscendo le 22 lettere dell'alfabeto ebraico che usò Dio per dare la vita ad Adamo. Ma anche il nostro conterraneo Efesto era un maestro nella costruzione di automi secondo gli antichi Greci aveva come servi meccanici damigelle dorate dotate di intelligenza (artificiale?) e tavoli a tre gambe che si spostavano di propria volontà . Ovidio nel 8 dopo Cristo nelle metamorfosi narrava di come Pigmalione grande scultore avesse modellato nell'avorio una statua femminile e l'avesse chiamata Galatea , la statua era così bella che il suo creatore chiese ad Afrodite di farla vivere e sposarla la dea lo accontentò. Ma anche la tradizione cattolica è pieno di figure antropomorfe non a caso il termine “androide” fu coniato da San Alberto Magno che secondo una leggenda avrebbe costruito un androide fatto di metallo, legno, cera, vetro e cuoio per fare il servitore nel monastero domenicano. Anche Leonardo da Vinci si interessò alla questione , progettando un cavaliere meccanico in armatura che come quasi tutte le invenzioni di Leonardo non poteva funzionare . Nel 700 ci fu la moda degli automi diventati però figurine danzanti, raffinate e capace di giocare a scacchi. Ma rimanevano comunque creature manovrate dall'uomo senza un pensiero proprio . Paracelso nel 500 redasse pure una ricetta per ottenere l'houculus , risparmiando i particolari sugli ingredienti che prevedevano tra l'altro l'uso di sangue umano. Garantiva che in 40 settimane si sarebbe generato un fanciullo perfetto , più piccolo di un neonato e ovviamente privo di anima. Gli esperimenti elettrici di Galvani alla fine del 700 ispirarono Mary Shelly per il già citato mostro di Frankestein. Ma anche Carlo Collodi con Pinocchio(1883) immaginò che un pezzo di legno potesse trasformarsi in un bambino. Il termine ROBOT fu introdotto dal Ceco Karel Capek nel suo dramma intitolato Rossum's Universal Robots , dove questi robot sono il prodotto della fabbrica Rossum e sono usati come forza lavoro a basso costo . L'umanità libera dal lavoro si abbandona al vizio e lascia che i robot prendano il sopravvento portandola all'estinzione.
Famosa resta Maria il robot femmina di metropolis il film di fritz Lang (1927) che semina discordia tra gli uomini. I produttori di robot comunque hanno capito la lezione e quelli domestici non hanno minimamente le forme umane per non indurre paure ( a meno che non siate Giapponesi) .

FAVA
Era il 5 gennaio del 1984 a qual tempo per i politici la mafia non esisteva e non esisteva altro giornale che "La Sicilia" che sicuramente non brillava per cristallina trasparenza morale per non dire che era colluso con il sistema mafioso .Nel pomeriggio sicari della mafia assassinarono Giuseppe Fava .
E' stato uno scrittore, giornalista, drammaturgo, saggista e sceneggiatore italiano, ucciso da cosa nostra.
Fu un personaggio carismatico, apprezzato dai propri collaboratori per la professionalità e il modo di vivere semplice. È stato direttore responsabile del Giornale del Sud e fondatore de I Siciliani, secondo giornale antimafia in Sicilia. Il film Palermo or Wolfsburg, di cui ha curato la sceneggiatura, ha vinto l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1980. Peril suo delitto sono stati condannati alcuni membri del clan mafioso dei Santapaola.
Fava scrisse anche racconti al limite della fantascienza ci piace ricordare Paradigma , dove il protagonista Paolo è un uomo qualunque che, a sua insaputa, diventa cavia e vittima di un esperimento scientifico. Ibernato per moltissimi anni viene risvegliato dagli scienziati che lo pongono brutalmente di fronte ad una realtà agghiacciante dove il suo mondo, le sue realtà, la sua famiglia non esistono più.
Oggi noi non dimentichiamo.