martedì 12 gennaio 2016

10 BUONI MOTIVI PER PORTARE LE SCUOLE E LA FAMIGLIA AL LUDUM

Esplora la novità dei nostri exibit didattici. Inoltrati nel nostro insettario. Il Ludum science center è il luogo della scienza, dello stupore, del divertimento intelligente e della scoperta della scienza. Scopri tutto quello che c’è da fare al Ludum. Sia se farai una visita al museo, sia se vorrai lasciare i tuoi bimbi al nostro asilo "La casetta di Bea" dove le più moderne tecnologie didattiche si sposano con i metodi tradizionali,  sia se vuoi usufruire della consulenza tecnologica per sostenere chi è più fragile con la nostra ausilioteca "Leonardo" unica convenzionata con il sistema sanitario nazionale Ci troviamo  tra ampi spazi verdi alle porte della città .
Abbiamo deciso di darvi 10 buoni motivi (ce ne sono altri cento) per visitare il nostro centro scientifico.
1) E' un ottimo modo per imparare
Il cervello impara molto di più con l'esperienza diretta e toccando con mano gli oggetti
2) Ti fa diventare più intelligente e felice
"Imparare stimola la voglia di imparare" , più cose si sanno più se ne vogliono imparare .Capire e imparare qualcosa è gratificante e aumenta il livello di serotonina nel sangue
3) Si divertono tutti grandi e piccoli
Venire al Ludum è un'esperienza che si può fare insieme ai più piccoli, le  informazioni sono modulate a più livelli di comprensione , un luogo dove tutta la famiglia si può divertire insieme in modo intelligente.
4) Non devi cercare parcheggio
In media si passano 24 giornate della nostra vita cercando parcheggio, al Ludum abbiamo un ettaro di parcheggio non ti ruberemo neanche un secondo .
5) Quasi cento esperienze interattive
Nel museo si trovano quasi cento esperimenti alcuni originali ideati dal nostro staff e tutti interattivi e stimolanti
6) Insettario
Un insettario popolatissimo delle specie più esotiche di insetti , aracnidi , miriapodi e altro ancora da toccare e osservare
7) Gli animatori scientifici
Il nostro staff di animatori scientifici è costituito da personale che si è formato oltre che negli studi universitari, con anni di esperienza sul campo della didattica scientifica , studiando anche recitazione per migliorare la capacità di intrattenere il pubblico. Il meglio del meglio
8) Laboratori scientifici 
Oltre alla visita al museo, le scuole hanno la possibilità di prenotare dei laboratori specifici (elettricità, chimica, cucina molecolare, musica e suono ) oltre che al nostro spettacolare science show.
9) Sostegno alla didattica
Il Ludum oltre all'attività di visita al museo della scienza, offre agli insegnanti che vengono con la classe , dispense didattiche, software di simulazione di laboratorio ed esercitazioni , sviluppo mappe concettuali e altro materiale utilissimo nell'attività didattica.
10) Nessun finanziamento pubblico
Il Ludum si sostiene solo con fondi privati, non ha mai ricevuto un euro pubblico, favori o gestione gratuita di spazi pubblici o privati. Paga regolarmente le spese di gestione, partecipa a gare di appalto regolari e non a trattative private fumose, ha avviato collaborazioni con università pubbliche e private ed enti di ricerca e associazioni di musei della scienza. Si trova  a competere nel settore della divulgazione scientifica e culturale con associazioni ed enti che hanno tutto o quasi pagato da università , comuni , regioni . Manteniamo comunque un livello qualitativamente maggiore o uguale a questi sleali concorrenti.

lunedì 4 gennaio 2016

La fisica del jūjitsu

Datemi una leva e vi solleverò il mondo
chi non ha mai sentito questa frase?
La leggenda narra che lo scienziato siracusano Archimede, l'avrebbe pronunciata dopo aver scoperto la seconda legge sulle leve, secondo la quale, utilizzando leve vantaggiose, è possibile sollevare carichi pesanti con una piccola forza d'applicazione.
Quello che non sappiamo, è che questo principio viene applicato anche negli sport, come ad esempio nel ju-jitsu.
Prima di tutto, spieghiamo brevemente cosa sono le leve.
Le leve sono il primo tipo di macchina semplice inventato dall'uomo, cioè un dispositivo in grado di compiere lavoro eseguendo un semplice movimento. Esse, ruotando attorno a un punto fisso, detto fulcro, permettono di contrastare una forza esterna (la resistenza), tramite l'applicazione di un'altra forza, meno intensa (la potenza). Il loro funzionamento si basa sull'equilibrio rotatorio cioè eguagliando i momenti delle forze,
dove P è la potenza e R la resistenza, mentre br e pr sono i rispettivi bracci d'azione, allora è sufficiente aumentare il braccio di una forza meno intensa (e quindi aumentare o ridurre la distanza delle forze agenti dal fulcro) per aumentare il suo momento, così da poter contrastare una forza più intensa.
Le leve si dividono in leve di primo, di secondo e di terzo genere, a seconda delle reciproche posizioni di fulcro, potenza e resistenza.
Nelle leve di primo genere il fulcro si trova tra la potenza e la resistenza: sono leve di questo genere il piede di porco e le forbici. In questa categoria rientra il concetto generico di leva, che si realizza utilizzando una sbarra vincolata a un punto fisso per sollevare un oggetto:

il vincolo rappresenta il fulcro, il peso dell'oggetto da sollevare la resistenza e la forza applicata dall'uomo la potenza. Utilizzando una leva è possibile sollevare corpi molto più pesanti di quanto non si riesca a fare con la sola forza muscolare.

Nelle leve di secondo genere la resistenza si trova tra il fulcro e la potenza: ne sono esempi la carriola e lo schiaccianoci.
In questo caso, un esempio, riferendoci al corpo umano, la leva è quella che ci consente di camminare. Il piede lavora esattamente come una leva di 2° genere, con il fulcro sulla punta e la potenza nel calcagno, dove si inseriscono i muscoli della gamba. Questa leva è sempre vantaggiosa per cui, con uno sforzo relativamente piccolo riusciamo a sollevare tutto il peso del corpo, che è la resistenza da vincere.

Nelle leve di terzo genere, infine, la potenza si trova tra il fulcro e la resistenza: esempi di leve di terzo genere sono le pinzette e il braccio che solleva un oggetto.
Nel movimento con cui il braccio solleva un oggetto, esso si comporta come una leva di 3° genere. In essa l'articolazione del gomito rappresenta il fulcro; i muscoli che si inseriscono nell'avambraccio la potenza; il peso dell'avambraccio e della mano, oltre a quello dell'oggetto da sollevare, la resistenza. È una leva svantaggiosa: infatti, nel sostenere un oggetto anche poco pesante col gomito piegato, si avverte subito una certa fatica muscolare.

Ma vediamo come tutto questo può avere a che fare con il Ju Jitsu.
Il jūjitsu  è un'arte marziale giapponese il cui nome vuol dire “arte della cedevolezza” e deriva da  o"jiu" che significa "flessibile", "cedevole", e  jutsu , ovvero "arte", "tecnica", "pratica". Era praticato dai bushi (guerrieri), che se ne servivano per giungere all'annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte.
Il jūjitsu è un'arte di difesa personale che basa i suoi principi sulle radici del nome originale giapponese: Hey yo shin kore do, cioè "Il morbido vince il duro", e la forza della quale si necessita proviene proprio dall'avversario: più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che si ritorcerà contro. Il principio, quindi, sta nell'applicare una determinata tecnica proprio nell'ultimo istante dell'attacco subito, con morbidezza e cedevolezza, in modo che l'avversario non si accorga di una difesa e trovi, davanti a sé, il vuoto.

Per fare questo si usano particolari tecniche, come prese, leve articolari, rotazioni, proiezioni, che la contraddistinguono da altre arti marziali basate invece su forza, potenza e velocità, come ad esempio il karate e il taekwondo.
Le leve articolari, nella fattispecie, minano l’integrità dell’articolazione stessa praticandovi un pressione contraria alla normale direzione di movimento e, perciò, dolorosa. In questo modo l’avversario non può utilizzare la propria forza muscolare per liberarsi, e viene immobilizzato.
Figura 1


figura2

In figura 1 e in figura 2, vediamo due leve articolari , che andiamo adesso a descrivere.
Identifichiamo con la parola UKE, il soggetto con il kimono blu, che è colui che riceve la tecnica, e con TORI, il soggetto con il kimono bianco, che è invece chi pratica la tecnica.
 
Nella figura 1, TORI, afferra con entrambe le mani il braccio sinistro di UKE squilibrandolo in avanti. Poi con un rapido spostamento del corpo, chiamato TAI SABAKI, porta il braccio di UKE sotto la propria ascella e ruota il polso. In questo modo, il braccio di UKE subisce un potente controllo e viene messo in leva sul gomito. Questa leva articolare si chiama UDE-HISHIJI WAKI-GATAME, o più comunemente WAKI-GATAME, ed è una tecnica molto usata nella difesa personale. E’ una leva di primo di tipo, dove il gomito funge da fulcro, sulla mano di UKE viene applicata una forza che contrasta la resistenza fornita dalla spalla.
In figura 2, TORI è al fianco di UKE ed afferra il suo braccio tra le cosce. Controlla con la gamba destra il collo di UKE, e con la sinistra, il fianco. Tori afferra il polso con entrambe le mani ed effettua la leva inarcando la schiena e tirando il braccio di UKE verso il basso. Questa leva, che è molto utilizzata in fasi di lotta a terra, si chiama UDE-HISHIJI JUGI-GATAME.
E’ una leva di secondo tipo, in quanto, la resistenza, fornita dal gomito, si trova tra il fulcro, che è la spalla, e la potenza, che è applicata sulla mano.

Valentina Caruso

lunedì 28 dicembre 2015

Una inquitante analisi sulle morti in Italia

Le morti misteriose: un'analisi matematica inquietante.

Quanti morti in più ha provocato la seconda guerra mondiale  nei cinque anni di conflitto bellico?
Basta consultare una qualunque fonte enciclopedica e potremmo rispondere con 472.354 tra civili e militari, cioè circa 94.470 l'anno su un campione di popolazione di circa 44.000.000 di abitanti. Un dato terribile giustificato dalla tragedia bellica, ma un dato piuttosto preoccupante emerge, invece, dall'ultima analisi dell'istat rigurdante l'aumento di mortalità nel nostro paese.  Nel 2015, infatti, il numero dei decessi in Italia ammonta a 45.115 nel periodo gennaio-agosto, superando i dati relativi al 2014 con una proiezione che supererà i 66.000 morti in più entro la fine dell'anno, per un aumento percentuale  totale di 11,3 delle morti. Una differenza notevole tra la mortalità di  uomini e donne, 8,99% uomini  e 13,46%  donne.Questi sono numeri da paura se paragonabili alle guerre mondiali. Non si hanno notizie di un ecatombe simile in nessun altro paese europeo e ad oggi non sono disponibili le tabelle regionali per individuare sia il tasso sia la causa della mortalità nonchè l'eventuale diffusione piu' o meno omogenea.
Dalla lettura delle varie tavole è emerso che la distribuzione della mortalità è congrua ogni mese, quindi si può escludere, come affermato da qualche esperto, che la causa sia imputabile a malattie stagionali o alle scarse vaccinazioni, allarme peraltro già lanciato nel 2014 per vaccini pericolosi. Inoltre, la differenza tra gli uomini e le donne  fa pensare ad Alzheimer o malattie degenerative che colpiscono, invece,  con la stessa percentuale di mortalità rilevate dall'analisi fatta entrambi i sessi. 
Certo ci sarebbe da fare una attenta e dettagliata analisi statistica della causa di mortalità,  sia livello nazionale che regionale e perchè no, anche a livello comunale,  impiegando la maggior parte delle risorse economiche. Con tutto il rispetto per le vittime del terrorismo,  dal 2001, anno della strage alle torri gemelle, le vittime civili italiane sono 44, escludendo i militari, quindi,  poco più di tre l'anno. Ci si chiede se, anzichè spendere molte risorse e molto tempo per trovare misure di contrasto al terrorismo, non fosse piu' utile investire in attività di ricerca  al fine di comprendere e spiegare il fenomeno dell'aumento di mortalità sopra descritto.
Questi sono dati allarmati e se ci si sofferma a pensare seriamente, c'è da allarmarsi e la matematica, purtroppo, non è un'opininone ma una certezza.
In allegato i dati trattati dal nostro staff su tabelle dell'ISTAT